Elisabetta e Andrea


Elisabetta e Andrea

Dove eravamo rimasti ?
Forse alle mie elucubrazioni serali sul terrazzo di casa della scorsa estate.
Oppure seduto dietro un tavolino sul quale erano esposti i miei libri.
Pensieri, divagazioni su ricordi che puntualmente si ripresentano con le serate della "bella" stagione tra lo stormire di foglie  e l'ultimo cinguettio di un uccelletto che soffre d'insonnia.

Questa volta non vado lontano, non sono ricordi d'infanzia o episodi di vita di tanti anni orsono.

No.

Sono le immagini di un abbraccio recente ricevuto da due ragazzini, Elisabetta e Andrea alunni dell'Istituto Scolastico dove presto la mia attività di volontario, ai quali ho consegnato un foglio di finta pergamena: un Attestato di frequenza riservato ai ragazzi diversamente abili che durante l'anno scolastico hanno frequentato un Corso di orticoltura e giardinaggio.

E'  questo  abbraccio e bacio sulla guancia spontaneo che mi ha commosso.

Un muto ed eloquente ringraziamento per le ore trascorse insieme tra un'insalata, un fiore di girasole nano, una piantina di cipolle e di fave da raccogliere e portare a casa, alla mamma.

Elisabetta e Andrea, due ragazzi affetti dalla Sindrome di down, che li accumuna nella passione del giardinaggio e dell'orticoltura.

Elisabetta che ama i fiori e li accarezza con lo sguardo e con le mani. Stupita quando i boccioli si aprono e presentano i teneri petali colorati.

Andrea che pulisce accuratamente il suo spazio nella serra, riempie il sacchetto con la tenera insalatina verde e conclude la sua ora di lezione portando le erbacce raccolte nel pollaio divertendosi ad osservare le galline che accorrono chiassose seguite dallo sguardo indagatore del galletto di turno che le controlla.

Elisabetta che non si accontenta mai dei voti ottenuti dai suoi professori; vorrebbe sempre il massimo e non sempre accade. Oggi le é stata consegnata la "Patente di carriolista", ovvero conducente di carriola.

Andrea con la passione della raccolta delle uova nel pollaio.

Ambedue timidi e riservati ma, questa mattina, accumunati da un unico slancio: l'abbraccio e il bacio al "nonno dell'orto" che li ha accompagnati nelle loro piccole avventure tra i colori  della natura.

Questa sera, seduto sulla solita sedia del terrazzo, con il sole già tramontato e una lieve brezza serotina, penso a loro e mi sento in pace con il mondo.

1 giugno 2019

Gallicus



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