Il sole
picchia come un martello sull'incudine, in città non spira un filo d'aria e la
cappa afosa ti toglie il respiro.
Il gruppo di
amici si ritrova dopo pranzo senza una meta precisa; si discute, salire in
valle o godersi una giornata al fiume? Le ragazze scelgono il fiume e i
maschietti, poco convinti, accettano la proposta. Destinazione i pioppeti di
Montodine, nella zona dove il Serio confluisce nell'Adda.
La settimana
precedente i ragazzi avevano, quasi imposto la meta: Valzurio, a mangiare le
polpette, specialità (?) di una trattoria del luogo. Poiché le tanto decantate polpette non erano
all'altezza della fama con cui erano state descritte, dopo pranzo avevano
accolto la proposta, delle ragazze, di scendere al lago di Lovere per fare il
bagno nella zona del BOGN, a Riva di Solto.
Questo é il motivo di accettare, sia
pure a malincuore la proposta del gentil sesso.
Qualcuno
c'era già stato e decantava la zona, ombrosa sin quasi a riva del fiume,
tranquilla e con la corrente sufficientemente calma per farsi un bagno
rinfrescante senza pericoli.
Tre auto
bastano ad accogliere l'intera comitiva che, munita di costumi da bagno,
imbocca la strada Cremasca. Romano di Lombardia, Offanengo, circonvallazione di
Crema ed ecco Montodine.
Poco prima
del ponte che supera l'Adda, una strada sterrata, sulla destra, si dirige verso
un cascinale dove, poco prima dell'aia, lasciano le quattroruote inoltrandosi
nel sentierino che separa il pioppeto dai
campi coltivati a mais dalla riva del fiume.
Il posto é
molto bello, non c'è molta sabbia ma sassolini minuti e tondi che non
disturbano chi si stende sui teli per abbronzarsi.
Qualcuno
sembra addormentarsi, altri giocano a carte e altri ancora si gettano nel'acqua
fresca con l'intenzione di raggiungere
la riva opposta. La corrente, come era stato preannunciato da chi li aveva preceduti
tempo prima, scivola liscia e tranquilla con il leggero sciacquio attorno alle
poche rocce emergenti.
Un pomeriggio
rilassante e idilliaco che dura il tempo di lasciar attraversare a nuoto il
fiume ai quattro ardimentosi. Poi un tuono lontano allarma la comitiva.
Il pioppeto
impedisce la vista del cielo verso nord e, quando rimbomba il tuono é tardi per
accorgersi che nuvoloni neri e minacciosi sono perpendicolari alla spiaggetta.
Panico,
raccolta veloce degl'indumenti sparpagliati sui teli da sole, richiami
insistenti ai quattro temerari che, pochi istanti prima dall'altra sponda,
hanno inutilmente cercato di avvisarci dell'arrivo del temporale.
Grossi
goccioloni, accompagnati da qualche chicco di grandine e da un forte vento,
investono il gruppo che cerca velocemente di raggiungere le auto parcheggiate.
Ma il sentiero fatto poco prima é introvabile: panico e decisione d'inoltrarsi comunque nel boschetto all'incirca
nella direzione opposta all'andata.
Fatti pochi
passi arrivano i fulmini, attirati dagli alti fusti dei pioppi. Di alcuni si
vede solo il bagliore accompagnato dal fragoroso tuono, ma l'ultimo colpisce la
pianta, proprio sulla traccia del sentiero, davanti a tre ragazze e il ragazzo
che cerca di farsi strada tra i rami dei cespugli che rallentano la loro corsa.
Il pioppo
cade su di loro e le fronde li avvolgono. Fortunatamente nessuno é contuso,
solo un grande spavento e la necessità di svincolarsi da foglie e rami che li
hanno quasi sommersi. Raccolti alcuni indumenti caduti a causa dello spavento,
i quattro continuano a correre sino a raggiungere la radura che separa il
pioppeto dai campi coltivati e miracolosamente, davanti loro, si presenta una
cascina.
Sulla porta
una signora, con tre ragazze, li chiama a gran voce, invitandoli ad entrare
mentre l'acqua scroscia ancora con violenza: li avevano visti, dalla finestra,
spuntare dalla verde barriera del boschetto.
Acceso il
camino per togliere al caldo gl'indumenti fradici, ai quattro vengono fornite
coperte e asciugamani entro i quali avvolgersi. L'ansia, ora, é rivolta agli
arditi nuotatori di cui avevano perso le tracce.
Ma, come
nelle belle storie, tutto finisce bene. I quattro ardimentosi arrivano
stralunati, ma con un sorriso rassicurante, una ventina di minuti dopo.
La domenica
non é stata noiosa, tutt'altro. La solidarietà della gente di campagna ha fatto
il resto. Tutt'altra cosa rispetto alle "polpette" di Valzurio !
La comitiva
ritornerà in quella cascina la domenica successiva con torte e altro per dimostrare
la propria gratitudine..... ma non oserà avventurarsi sulle rive del fiume.
Per quell'estate
meglio la piscina.
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