Una domenica d'agosto sul fiume


Il sole picchia come un martello sull'incudine, in città non spira un filo d'aria e la cappa afosa ti toglie il respiro.

Il gruppo di amici si ritrova dopo pranzo senza una meta precisa; si discute, salire in valle o godersi una giornata al fiume? Le ragazze scelgono il fiume e i maschietti, poco convinti, accettano la proposta. Destinazione i pioppeti di Montodine, nella zona dove il Serio confluisce nell'Adda.

La settimana precedente i ragazzi avevano, quasi imposto la meta: Valzurio, a mangiare le polpette, specialità (?) di una trattoria del luogo. Poiché le  tanto decantate polpette non erano all'altezza della fama con cui erano state descritte, dopo pranzo avevano accolto la proposta, delle ragazze, di scendere al lago di Lovere per fare il bagno nella zona del BOGN, a Riva di Solto.

Questo é il motivo di accettare, sia pure a malincuore la proposta del gentil sesso.

Qualcuno c'era già stato e decantava la zona, ombrosa sin quasi a riva del fiume, tranquilla e con la corrente sufficientemente calma per farsi un bagno rinfrescante senza pericoli.

Tre auto bastano ad accogliere l'intera comitiva che, munita di costumi da bagno, imbocca la strada Cremasca. Romano di Lombardia, Offanengo, circonvallazione di Crema ed ecco Montodine.
Poco prima del ponte che supera l'Adda, una strada sterrata, sulla destra, si dirige verso un cascinale dove, poco prima dell'aia, lasciano le quattroruote inoltrandosi nel sentierino che separa  il pioppeto dai campi coltivati a mais dalla riva del fiume.

Il posto é molto bello, non c'è molta sabbia ma sassolini minuti e tondi che non disturbano chi si stende sui teli per abbronzarsi.

Qualcuno sembra addormentarsi, altri giocano a carte e altri ancora si gettano nel'acqua fresca  con l'intenzione di raggiungere la riva opposta. La corrente, come era stato preannunciato da chi li aveva preceduti tempo prima, scivola liscia e tranquilla con il leggero sciacquio attorno alle poche rocce emergenti.

Un pomeriggio rilassante e idilliaco che dura il tempo di lasciar attraversare a nuoto il fiume ai quattro ardimentosi. Poi un tuono lontano allarma la comitiva.

Il pioppeto impedisce la vista del cielo verso nord e, quando rimbomba il tuono é tardi per accorgersi che nuvoloni neri e minacciosi sono perpendicolari alla spiaggetta.

Panico, raccolta veloce degl'indumenti sparpagliati sui teli da sole, richiami insistenti ai quattro temerari che, pochi istanti prima dall'altra sponda, hanno inutilmente cercato di avvisarci dell'arrivo del temporale.

Grossi goccioloni, accompagnati da qualche chicco di grandine e da un forte vento, investono il gruppo che cerca velocemente di raggiungere le auto parcheggiate. Ma il sentiero fatto poco prima é introvabile: panico e decisione d'inoltrarsi comunque nel boschetto all'incirca nella direzione opposta all'andata.

Fatti pochi passi arrivano i fulmini, attirati dagli alti fusti dei pioppi. Di alcuni si vede solo il bagliore accompagnato dal fragoroso tuono, ma l'ultimo colpisce la pianta, proprio sulla traccia del sentiero, davanti a tre ragazze e il ragazzo che cerca di farsi strada tra i rami dei cespugli che rallentano la loro corsa.

Il pioppo cade su di loro e le fronde li avvolgono. Fortunatamente nessuno é contuso, solo un grande spavento e la necessità di svincolarsi da foglie e rami che li hanno quasi sommersi. Raccolti alcuni indumenti caduti a causa dello spavento, i quattro continuano a correre sino a raggiungere la radura che separa il pioppeto dai campi coltivati e miracolosamente, davanti loro, si presenta una cascina.

Sulla porta una signora, con tre ragazze, li chiama a gran voce, invitandoli ad entrare mentre l'acqua scroscia ancora con violenza: li avevano visti, dalla finestra, spuntare dalla verde barriera del boschetto.

Acceso il camino per togliere al caldo gl'indumenti fradici, ai quattro vengono fornite coperte e asciugamani entro i quali avvolgersi. L'ansia, ora, é rivolta agli arditi nuotatori di cui avevano perso le tracce.

Ma, come nelle belle storie, tutto finisce bene. I quattro ardimentosi arrivano stralunati, ma con un sorriso rassicurante, una ventina di minuti dopo.

La domenica non é stata noiosa, tutt'altro. La solidarietà della gente di campagna ha fatto il resto. Tutt'altra cosa rispetto alle "polpette" di Valzurio !

La comitiva ritornerà in quella cascina la domenica successiva con torte e altro per dimostrare la propria gratitudine..... ma non oserà avventurarsi sulle rive del fiume.

Per quell'estate meglio la piscina.

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