Si avvicina,
lentamente ma si avvicina. E' un temporale che sta scaricando fulmini
all'orizzonte, ancora lontani da non percepire che lievi rombi di tuono.
Arriva
dall'Isola, la zona compresa tra la Valle Imagna e la Brianza. Tra il Brembo e
l'Adda.
I lampi
rischiarano la coltre di nubi grigie cariche di acqua che presto si riverserà
sui tetti e i muri ancora caldi
dall'assolato pomeriggio cittadino. Si susseguono al ritmo di un lampo ogni
pochi secondi e, osservandoli, incutono un certo timore; l'atavico e
inconsapevole timore di cosa accadrà.
A rendere
ancor più "elettrica" l'attesa, si é sovrapposto il suono dei cento
battiti della storica Torre Civica, il Campanone, che puntualmente alle dieci
di ogni sera ricorda i tempi lontani quando tale suono indicava il coprifuoco e
la chiusura delle quattro porte della città.
Ad ogni battito della campana,
corrisponde un lampo lontano. Può sembrare casuale, ed effettivamente lo é, ma
la concomitanza mi da una strana sensazione.
Nelle nostre
valli, ad esempio, era usanza che i rintocchi ripetuti delle campane delle
chiese fossero un richiamo per i contadini, disseminati nei campi e occupati
nei quotidiani lavori, per comunicare loro eventi straordinari anche positivi
ma, la maggior parte delle volte, negativi.
Quel
susseguirsi di chiarori lontani e del suono scandito ritmicamente dal grosso
campanone della Torre Civica, mi danno lo stesso senso di apprensione, così
come poteva darlo a quei contadini nell'udire suonare le campane della loro
chiesa.
Il chiarore
dei lampi si avvicina, colorando maggiormente di rosa la sovrastante coltre di
nubi mentre il rumore del tuono, questa volta udibile, li accompagna. Il vento
che precede il temporale si rafforza e, assieme ai suoi iniziali e freschi refoli
iniziano ad aggiungersi piccole gocce di pioggia.
Il carillon cinese alle mie spalle,
segue l'intensità del vento aumentando e velocizzando lo scampanio.
Le gocce sono
ancora timide ma lasciano intuire che presto si accompagneranno a goccioloni
ben più grossi e, sperando non accada, alla consueta grandinata estiva.
Il tempo di
rientrare in casa e si scatena il diluvio. Come previsto le goccioline sono
diventate goccioloni trasportanti diagonalmente dal forte vento che giocando
con la chioma verde degli alberi crea mulinelli e fantasmagorici giochi di
ombre.
Questa volta
la "compagna" grandine ha scelto di scatenarsi altrove con un gran
respiro di sollievo dell'ortolano preoccupato delle sue colture in piena
evoluzione fruttifera.
Un lato positivo: domani non dovrò
innaffiarle e questa notte potrò dormire con la frescura regalata dal temporale
serale.
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