Il venditore di sogni.


Era la, seduto sotto un gazebo bianco, di fronte un tavolino con sopra, ben riposti, alcuni volumi da lui scritti.

Vendeva sogni.

A quei libri aveva affidato i suoi "sogni", ricordi dell'adolescenza, esperienze, alcune, maturate nei tempi difficili del dopoguerra, altre, più recenti, nel mondo del lavoro e della politica.

Aveva narrato sensazioni ed emozioni provate davanti a rovine millenarie, viaggi avventurosi o, più semplicemente, osservando il piccolo mondo diuturno che lo circondava.

Aveva ricordato persone conosciute e frequentate in varie circostanze, alcune con il "gomitolo della Vita" già reciso, altre non ancora completamente svolto.

Ricordi e sogni. Sogni ed emozioni, sensazioni vissute da qualcun'altro e diventate sue, intimamente sue, svelate con pudore e affidate alle pagine di un libro, al suo libro, ai suoi libri.

Vendeva sogni, seduto al tavolino con sopra ben riposti i suoi sogni e i suoi ricordi.
La gente passava, osservava distrattamente i libri e andava oltre.

Ma a lui non importava, continuava a sognare ricordando capitolo per capitolo quello che aveva scritto.

Guardando le montagne, alle sue spalle, rivedeva le persone conosciute e descritte, ritornava con il pensiero ai sentieri percorsi, ai prati verdi e alle abetaie silenziose con le fronde leggermente smosse dal vento, ai tramonti che colorano d'oro le cime circostanti, la volta celeste trapuntata di stelle. milioni di stelle.

I libri continuavano a rimanere ben disposti sul tavolino, la gente passava, osservava e andava oltre.


E lui, il venditore di sogni, continuava a sognare.

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