Patrizia, volontaria alla Malga Lunga

La incontro davanti al fornaio mentre scruta la via. E' Patrizia un'amica orticoltrice del "Giardino Comunitario - Auser" che svolge anche l'attività di volontaria presso il Comitato Antifascista di Bergamo.
In questi giorni il Comitato ha in gestione il Rifugio - Museo" della Malga Lunga, posto a cavallo tra la Valle Seriana e la Val Cavallina, sulle montagne di Sovere e il notevole affollamento di gitanti e curiosi crea problemi al personale che provvede ai vari servizi.

Patrizia, che ha svolto la scorsa settimana la sua collaborazione, é stata "precettata" anche per oggi e attende una sua amica per salire alla Malga.

Le auguro "buon lavoro", rammaricandomi di non poter contribuire all'attività, ma cause di forza maggiore me l'impediscono.

La Malga Lunga, una delle mie mete preferite nel periodo primaverile quando, non ancora affollato, consente una meditazione sul luogo e sulle vicende che l'hanno vista protagonista negli ultimi anni di guerra con i racconti di Brac, il vecchio partigiano, ospite quasi fisso, che tra un bicchiere di vino e l'altro, raccontava i tragici episodi vissuti personalmente e  dai suoi compagni sino al giorno della Liberazione.
Episodi di vittorie e di sconfitte. Di tragiche ritirate, davanti ai rastrellamenti dei nazi-fascisti, e di colpi di mano vittoriosi nei presidi militari delle due vallate.

Note di Storia tratte dal Sito www.malgalunga.it/

"Nel 1944 vi si insedia 53ma Brigata Garibaldi che assume il nome "Tredici Martiri di Lovere" in onore dei tredici partigiani fucilati a Lovere il 22 dicembre 1943 (Francesco Bessi, Giulio Buffoli, Salvatore Conti, Andrea Guizzetti, Eraldo Locardi, Vittorio Lorenzini, Giacinto Macario, Giovanni Moioli, Luca Nitkisc, Ivan Piana, Giuseppe Ravelli, Mario Tognetti, Giovanni Vender).
Il comandante "Montagna" (Giovanni Brasi) ne affida la gestione alla squadra del tenente Giorgio Paglia, formata da una quindicina di uomini, mentre il comando di Brigata si installa a Campo d'Avene, distante mezz'ora di marcia.

Il 17 novembre 1944, mentre sei uomini della formazione sono fuori  per assolvere incarichi diversi, la Malga viene attaccata di sorpresa da ingenti forze della Legione Tagliamento. Di guardia all'esterno in quel momento c’è un partigiano russo che non dà l'allarme e di cui si perdono le tracce. La battaglia infuria per quasi tre ore finché gli assalitori riescono a raggiungere il tetto e a  lanciare all'interno alcune bombe a mano, costringendo alla resa i partigiani ormai a corto di munizioni.


Giorgio Paglia chiede salva la vita per i due feriti Mario Zeduri ("Tormenta") e Ilarion Efanov (“Starich”), ma i due vengono finiti sul posto a colpi di pugnale. Il  “Tenente Giorgio”, Guido Galimberti (“Barbieri"), Andrea Caslini (“Rocco”) e i russi Semion Kopcenko (“Simone”), Alexander Noghin (“Molotov”) e “Donez" vengono trascinati a valle nonostante il tentativo di intervento (ostacolato dalla neve alta) da parte degli uomini del comandante Brasi. Quattro giorni dopo, per tutti, c’è la condanna a morte. A Giorgio Paglia si vuole concedere la grazia perché figlio di  Guido, medaglia d'oro della guerra d'Africa, ma il giovane la rifiuta e vuole essere fucilato con i compagni."

Partigiani alla Malga Lunga - 1944

La baita, originariamente di proprietà privata, negli anni successivi la conflitto viene affidata dal noto industriale cav. Gianni Radici ai partigiani della 53ma Brigata Garibaldi che in seguito, sollecitati dallo stesso cav. Radici ad assumerne la proprietà a titolo gratuito, propongono all’ANPI provinciale di Bergamo di regolarizzare il tutto nel modo più opportuno.

Nel 1979 viene acquisita dal Comune di Sovere e, successivamente e unitamente a 1700 metri di mq di terreno, viene affidata in comodato d'uso all'Anpi Provinciale con destinazione "Museo - Rifugio".
Nel 2012 i lavori di ristrutturazione terminarono con la realizzazione, al piano superiore, di un'aula didattica e di spazi per il museo multimediale di tutta la Resistenza bergamasca.


Il Museo - Rifugio, oggi.

Purtroppo, tra gli escursionisti che la raggiungono, scarsa é la conoscenza della presenza della sala multimediale e di tutto il materiale espositivo che racconta la storia della Resistenza Bergamasca.

Mi racconta Patrizia che non raramente accade che, al termine del pranzo consumato dai visitatori, debba essere lei a sollecitare la visita al piano superiore e assistere allo stupore di coloro che non avrebbero mai pensato di aggiungere al menù culinario un "menù culturale" che li riporta alle radici della nostra libertà e della democrazia.

Arriva l'amica, Patrizia mi saluta e parte per la Malga Lunga.


Io la seguo virtualmente.

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